Ti senti spesso stanca, con dolori diffusi o il sonno spezzato?
In menopausa può capitare, ma quando questi segnali si sommano e durano settimane è utile chiedersi se ci sia anche una quota di carenza di vitamina D.
La buona notizia è che si può intervenire, con esami mirati e piccole azioni quotidiane.
In questa guida pratica trovi cosa fa la vitamina D, perché i livelli calano in questa fase, quali sono i principali sintomida carenza di vitamina D in menopausa e come reagire con un piano semplice e personalizzato.
L’obiettivo è darti strumenti concreti, aggiornati al 2025, per proteggere ossa, muscoli e umore.
Perché insistere su questa vitamina? Perché la vitamina D è un regolatore, non un “extra”.
Sostiene l’assorbimento del calcio, contribuisce alla forza muscolare, aiuta il sistema immunitario e si lega anche al tono dell’umore. In menopausa, questa rete di effetti pesa molto sul benessere quotidiano.
Vitamina D in menopausa: perché cala e a cosa serve
La vitamina D agisce come un direttore d’orchestra: coordina l’uso di calcio e fosforo per rinforzare lo scheletro, supporta i muscoli, modula difese immunitarie e, secondo molti studi, partecipa all’equilibrio dell’umore. In menopausa, però, i livelli tendono a scendere per cause che spesso si sommano.
- La pelle produce meno vitamina D con l’età, anche con la stessa quantità di sole.
- La riduzione degli estrogeni si associa a ossa più fragili e, in generale, a una minore efficienza dei processi di sintesi e assorbimento.
- La vita quotidiana include meno esposizione solare, specie in inverno.
- La dieta di solito copre solo una piccola parte del fabbisogno.
Il test del sangue 25(OH)D misura lo stato della vitamina D. Si esprime in ng/ml. Molti clinici considerano un intervallo intorno a 30-60 ng/ml come ragionevole, tenendo conto di stagione e quadro clinico.
Alcune fonti in Italia indicano come “desiderabili” valori tra 20 e 40 ng/ml, con target personalizzati più alti in presenza di rischio osseo. In pratica il medico definisce l’obiettivo adatto a te.
Ruolo per ossa e muscoli: dal calcio alla forza
La vitamina D aiuta l’intestino ad assorbire il calcio, un minerale chiave per la struttura ossea.
Partecipa al rimodellamento, quel continuo “lavoro di manutenzione” che rende le ossa vive, resistenti e capaci di ripararsi. È utile anche ai muscoli, perché contribuisce alla contrazione e alla forza.
In menopausa, dove l’osso perde densità per il calo degli estrogeni, una vitamina D adeguata sostiene la prevenzionedi osteopenia e osteoporosi e riduce il rischio di cadute, dato che migliora stabilità e performance muscolare.
Meno cadute significa meno fratture, soprattutto di anca, polso e vertebre.
Perché la vitamina D si abbassa dopo i 50
I motivi sono in parte fisiologici, in parte legati allo stile di vita.
- Meno sole nella routine quotidiana, specie se lavori in ambienti chiusi.
- Pelle che produce meno vitamina D con l’età a parità di UVB.
- Cambiamenti ormonali della menopausa che si associano a ossa più fragili.
- Dieta poco ricca di cibi che contengono vitamina D.
- Minore assorbimento intestinale con l’avanzare dell’età.
Fattori che aumentano il rischio:
- Fototipo scuro, perché la melanina riduce la sintesi cutanea.
- BMI elevato, dato che la vitamina D è liposolubile e tende a sequestrarsi nel tessuto adiposo.
- Vivere a latitudini con poco sole in inverno.
- Uso costante di schermi solari ad alta protezione o coperture complete, che riducono gli UVB attivi sulla pelle.

Valori nel sangue e test 25(OH)D, cosa significano
Il 25(OH)D si misura con un semplice prelievo. Il risultato è in ng/ml. In molte pratiche cliniche, livelli intorno a 30-60 ng/ml sono considerati appropriati; valori più bassi indicano insufficienza o carenza.
I livelli oscillano con le stagioni, quindi è sensato valutare l’andamento tra fine inverno e fine estate. Il medico imposterà il tuo target tenendo conto di età, fratture pregresse, densità ossea, comorbidità e farmaci in uso.
Per approfondire la cornice sulla menopausa, puoi leggere la guida di base sulla menopausa.
Sintomi da carenza di vitamina D in menopausa: come riconoscerli
Molti sintomi si sovrappongono a quelli della menopausa.
Ecco perché conviene osservare pattern e durata, valutare il periodo dell’anno e come rispondi a sole, attività fisica e integrazione. Tenere un piccolo diario aiuta a cogliere i cambiamenti.
- Dolori ossei e articolari, debolezza muscolare, crampi
- Stanchezza persistente, umore basso, “mente annebbiata”
- Sonno frammentato e irritabilità
- Maggiore fragilità ossea, tendenza a mal di schiena e microfratture
- Infezioni ricorrenti, un po’ di più in stagione fredda
- Caduta dei capelli e unghie più fragili, in alcune persone
Ricorda però che la carenza può essere anche silente per mesi, e farsi notare solo con un esame del sangue o dopo una caduta.
Dolori ossei e articolari, crampi e debolezza muscolare
Il dolore può essere diffuso, sordo, spesso a carico di schiena, costole, anche e ginocchia. Alcune donne riferiscono una sensibilità al tatto sulle ossa lunghe. I crampi notturni ai polpacci sono comuni, così come la debolezza dei muscoli prossimali.
Esempi pratici:
- Fai fatica a salire le scale senza appoggiarti al corrimano.
- Ti alzi dalla sedia più lentamente o devi “darti lo slancio”.
- Le buste della spesa pesano più del solito e ti affatichi prima.
È stato osservato che la carenza di vitamina D, specie se associata a sovrappeso, si lega a dolore lombare più intenso e a segni di atrofia dei muscoli paraspinali. Migliorare i livelli e controllare il peso aiuta a ridurre dolore e limitazioni.
Stanchezza persistente, umore basso e mente annebbiata
La stanchezza che non passa con il riposo è un segnale comune. L’umore tende a scendere, con più irritabilità e minor motivazione ad allenarsi o uscire. Molte descrivono la “mente annebbiata”, con difficoltà di concentrazione e memoria di lavoro. Se ti capita spesso, soprattutto in inverno, e non trovi una causa chiara, valuta il dosaggio della vitamina D.
Disturbi del sonno e irritabilità
Risvegli frequenti, sonno poco ristoratore e nervosismo diurno si alimentano a vicenda. La carenza di vitamina Dnon è l’unico fattore, ma può peggiorare la qualità del sonno.
Quando i livelli tornano adeguati, molte donne notano un sonno più continuo e un tono dell’umore più stabile.
Carenza o menopausa? Segnali che fanno sospettare la vitamina D
- Dolori muscolo-scheletrici che peggiorano alla pressione o al carico.
- Debolezza alle gambe nelle attività di base, come alzarsi dal divano.
- Peggioramento in inverno e miglioramento con più luce e attività all’aperto.
- Cadute, microfratture, mal di schiena ricorrente.
- Infezioni respiratorie più frequenti del solito.
Questi indizi non bastano per una diagnosi. Servono esami del sangue e, se indicato, una valutazione dell’osso.
Se la carenza persiste: rischi per ossa, cuore e qualità di vita
La carenza che dura nel tempo non si ferma al fastidio. Può compromettere la salute delle ossa e la tua autonomia, e associarsi ad altri rischi che richiedono attenzione.
Osteopenia, osteoporosi e fratture, fino all’osteomalacia
- Osteopenia e osteoporosi indicano perdita di densità minerale ossea, più probabile dopo la menopausa. Il rischio di fratture aumenta in particolare a livello di anca, polso e vertebre.
- L’osteomalacia è diversa, è una scarsa mineralizzazione dell’osso che rende lo scheletro più “molle”, con dolore osseo marcato e debolezza. È meno frequente, ma la carenza importante di vitamina D può favorirla.
Ecco perché la prevenzione è così preziosa in questa fase della vita.
Possibili effetti su cuore e infiammazione
Bassi livelli di vitamina D sono stati collegati a maggiore rischio cardiovascolare e a condizioni infiammatorie.
Non si parla di causa diretta, ma di associazioni che invitano a un approccio completo: attività fisica, controllo del peso, sonno regolare, alimentazione equilibrata, gestione dello stress. La vitamina D è una parte del quadro, non l’unica.
Dolore cronico, mobilità ridotta e autonomia
Dolori diffusi e debolezza muscolare riducono il movimento, e meno ci si muove più si perde forza.
La spirale è rapida. Intervenire presto, con esercizi mirati e livelli adeguati di vitamina D, aiuta a mantenere autonomia, tono dell’umore e qualità di vita.
Per idee su come sostenere ossa e benessere, anche con supporti nutrizionali, leggi gli spunti su integratori con vitamina D per la menopausa.
Diagnosi e cura: esami giusti, integrazione D3 e stile di vita
La strategia migliore è semplice: confermare con esami, trattare con vitamina D3 se serve, e sostenere l’effetto con sole sicuro, dieta e movimento.
Esame 25(OH)D, calcio e PTH, quando farli e come leggerli
- 25(OH)D: fotografa le riserve di vitamina D. È il primo esame.
- Calcio e fosforo: per valutare l’equilibrio minerale.
- PTH, l’ormone paratiroideo: aumenta quando la vitamina D è bassa per mantenere il calcio nel sangue, e aiuta a capire l’adattamento dell’organismo.
Il medico può suggerire anche la densitometria ossea se hai fattori di rischio, fratture pregresse, o un’età in cui è utile misurare la densità. L’interpretazione dipende da stagione, età, comorbidità e farmaci.
Integrazione con vitamina D3: come si assume e per quanto
La vitamina D3, o colecalciferolo, è la forma più studiata per normalizzare i livelli.
La dose la decide il medico in base ai valori iniziali e agli obiettivi. In alcuni casi si associa anche il calcio, soprattutto se l’introito con la dieta è basso o se la densità ossea è ridotta.
Evita il fai-da-te. Non superare le dosi consigliate.
Controlla i livelli dopo alcune settimane o mesi, per verificare la risposta.
Se prendi farmaci multipli, pianifica orari e distanziamento con il tuo medico.
Se stai gestendo aspetti della sessualità o del benessere generale in menopausa, ricorda che la vitamina D rientra tra i pilastri per la salute ossea, come descritto anche qui: vitamina D per la salute ossea in menopausa.
Sole e alimentazione: quanta esposizione e quali cibi
L’esposizione solare moderata e regolare, con protezione adeguata, aiuta la pelle a produrre vitamina D. Bastano pochi minuti su viso e avambracci in primavera ed estate, variando in base a fototipo, latitudine e orario. In inverno l’efficacia cala, soprattutto al Nord.
Cibi utili:
- Pesce azzurro e salmone
- Uova
- Latticini e alimenti fortificati
La dieta da sola di solito non copre il fabbisogno se c’è carenza. È un supporto, non la soluzione unica.
Esercizio fisico: forza, equilibrio e carico per ossa
Muoversi è una medicina quotidiana, alla portata di tutte.
- Camminata veloce, 30 minuti a giorni alterni.
- Esercizi di resistenza e potenziamento 2 volte a settimana, concentrandoti su gambe, anche e tronco.
- Esercizi di equilibrio, come tandem walk o appoggi monopodalici, per ridurre il rischio di cadute.
Parti con poco, in modo graduale, e punta alla costanza. Rispetto al nulla, anche 10 minuti sono un inizio che conta.
Quando rivolgersi al medico e domande utili per la visita
Meglio chiedere un parere se i sintomi persistono per settimane, se hai fattori di rischio o se temi per la salute delle ossa. Una visita ben preparata accelera la strada verso un piano adatto a te.
Segnali d’allarme e situazioni particolari
- Dolori ossei intensi o persistenti.
- Fratture con traumi minimi o cadute ricorrenti.
- Mal di schiena nuovo o peggiorato, soprattutto in inverno.
- Patologie intestinali o renali, obesità marcata, chirurgia bariatrica.
- Farmaci che riducono l’assorbimento o aumentano il consumo di vitamina D.
Terapia ormonale, farmaci e interazioni da valutare
Corticosteroidi, alcuni anticonvulsivanti e farmaci per la perdita di peso possono influire sul metabolismo della vitamina D.
Se assumi calcio, rispetta gli intervalli suggeriti con alcuni farmaci tiroidei.
Porta in visita l’elenco aggiornato dei farmaci, compresi integratori.
Piano di monitoraggio: follow-up e obiettivi condivisi
Concorda in anticipo quando ripetere 25(OH)D e, se indicato, la densitometria ossea. Tra fine inverno e fine estate puoi valutare l’effetto della stagionalità.
Tieni un diario semplice di sintomi, energia e sonno per misurare i miglioramenti e adattare il piano.
Per una visione integrata di dieta, esposizione solare e supporti nutrizionali, leggi anche questi consigli su integrazione di vitamina D in menopausa.
Tabella pratica: segnali da tenere d’occhio e come monitorarli
| Segnale comune | Cosa osservare a casa | Quando segnalarlo al medico |
| Dolore osseo o articolare | Localizzazione, intensità, pressione dolorosa | Se dura più di 2 settimane |
| Debolezza muscolare | Difficoltà in alzata, scale, trasporto borse | Se peggiora o limita le attività |
| Crampi ai polpacci | Frequenza notturna, risposta a stretching | Se ricorrenti o dolorosi |
| Stanchezza persistente | Non passa con il riposo, peggio in inverno | Se incide su lavoro o relazioni |
| Sonno disturbato | Risvegli, sonno non ristoratore | Se dura settimane |
| Cadute o microfratture | Episodi ripetuti | Subito, per valutazione completa |
“Il calo della vitamina d è una condizione molto comune che caratterizza molte delle donne ma anche degli uomini in tutte le età soprattutto nelle latitudini più alte dell’Europa.
Analizzando le funzioni della vitamina d è necessario lavorare il più possibile favorendo l’introduzione di calcio biodisponibile (cui lo troviamo soprattutto nei latticini) e controllare i livelli di vitamina d nel sangue che siano ai valori raccomandati e se necessario integrarla.
Un altro fattore che favorisce il rinforzo delle ossa e quindi che promuove la fissazione del calcio nelle ossa è lo stimolo meccanico offerto dall’attività di forza condotta contro resistenza!
Adeguate abitudini nutrizionali, una adeguata e mirata attività fisica, un regolare monitoraggio dei valori ematici, ed una eventuale integrazione alimentare sono i pilastri da tenere in considerazione per ovviare a questa problematica!
Un altro aspetto clinico da considerare è il basso peso all’età giovanile tra i 20 e 30 anni, il forte stress fisico indotto in quella fascia di età e l’eventuale iponutrizione. ” (Dott. Marco Toninelli)
Conclusioni
I sintomi da carenza di vitamina D in menopausa possono confondersi con i disturbi tipici di questa fase, ma si possono riconoscere, misurare e trattare.
Il percorso è chiaro: esami mirati, obiettivi condivisi, vitamina D3 quando serve, sole sicuro, movimento e una dieta che aiuti.
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Prendersi cura di ossa, muscoli e benessere generale è una scelta forte e concreta, fatta di piccoli gesti ripetuti nel tempo.
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