La menopausa rappresenta un periodo di transizione fondamentale nella vita di una donna, ma porta con sé sfide significative, tra cui il rischio drammaticamente aumentato di osteoporosi.

Comprendere la connessione tra menopausa e osteoporosi è essenziale per adottare misure preventive efficaci e proteggere la salute ossea a lungo termine.

In questo articolo, esploreremo in modo approfondito le cause dell’osteoporosi in menopausa, i meccanismi biologici coinvolti, i sintomi, le modalità di diagnosi e le strategie di prevenzione e trattamento basate sulle evidenze scientifiche più recenti.

Che Cos’è l’Osteoporosi e Perché È Così Importante in Menopausa

L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da una progressiva diminuzione della densità minerale ossea (BMD), che rende le ossa fragili, porose e significativamente più suscettibili alle fratture anche in seguito a traumi minimi o normali attività quotidiane.

La menopausa rappresenta un momento critico per la salute ossea della donna, poiché la riduzione degli estrogeni accelera drasticamente la perdita di densità minerale ossea e aumenta il rischio di osteoporosi e fratture invalidanti.

Questo legame è così forte che l’osteoporosi viene spesso definita una “condizione legata alla menopausa“, con conseguenze che possono compromettere significativamente la qualità della vita e l’autonomia.

L’osteoporosi è spesso definita “malattia silenziosa” poiché progredisce senza sintomi evidenti fino a quando non si verifica una frattura, che rappresenta la prima manifestazione clinica nella maggior parte dei casi. Per questo motivo, la prevenzione e la diagnosi precoce sono fondamentali.

I Meccanismi: Perché la Menopausa Causa Osteoporosi

Durante la menopausa, il corpo subisce un cambiamento significativo nei livelli ormonali, in particolare un calo drastico degli estrogeni. Questo abbassamento ormonale gioca un ruolo cruciale nello sviluppo dell’osteoporosi, poiché gli estrogeni sono fondamentali per mantenere l’equilibrio tra la formazione e il riassorbimento osseo.

Il Ruolo Degli Estrogeni nella Salute Ossea

Gli estrogeni svolgono multiple funzioni protettive per le ossa:

  • Inibiscono l’attività degli osteoclasti (cellule che riassorbono tessuto osseo)
  • Stimolano gli osteoblasti (cellule che formano nuovo tessuto osseo)
  • Favoriscono l’assorbimento intestinale di calcio
  • Riducono l’eliminazione renale di calcio
  • Modulano la produzione di vitamina D attiva

La carenza di estrogeni dopo la menopausa porta a un aumento del riassorbimento osseo rispetto alla formazione, causando una rapida perdita di massa ossea, soprattutto nei primi 5-10 anni dopo la menopausa, quando la perdita può raggiungere il 2-5% annuo (De Villiers, 2023; Platt et al., 2025; Lu & Tian, 2023; Cheng et al., 2022; Mou et al., 2025).

Questo squilibrio nel rimodellamento osseo è responsabile della progressiva fragilità scheletrica che caratterizza l’osteoporosi post-menopausale.

Osteoporosi e menopausa – fattori di rischio e prevenzione

Fattori di Rischio: Chi È Più a Rischio di Osteoporosi

I principali fattori di rischio che contribuiscono all’insorgenza dell’osteoporosi durante la menopausa includono elementi sia non modificabili che modificabili:

Fattori Non Modificabili

Età avanzata: Con l’avanzare dell’età, il processo naturale di rimodellamento osseo rallenta progressivamente, rendendo il tessuto osseo meno efficiente nel ripararsi e rinnovarsi.

Menopausa precoce: Le donne che entrano in menopausa prima dei 45 anni, sia naturalmente che chirurgicamente, hanno un periodo più lungo di carenza estrogenica e quindi un rischio significativamente maggiore di osteoporosi(Lakshmanan et al., 2021; Gallagher, 2007; Fatima et al., 2025).

Menopausa chirurgica (ovariectomia): L’asportazione chirurgica delle ovaie causa una caduta improvvisa e completa degli estrogeni, con conseguenze ancora più severe sulla salute ossea rispetto alla menopausa naturale (Lakshmanan et al., 2021; Yordanov et al., 2025).

Storia riproduttiva: L’età della menopausa, l’età del menarca, il numero di gravidanze e la durata dell’allattamentoinfluenzano il rischio di osteoporosi. Curiosamente, un elevato numero di gravidanze può aumentare il rischio in alcuni casi (Yordanov et al., 2025; You et al., 2025; Kröger et al., 1994; Banack et al., 2024).

Genetica: La predisposizione familiare all’osteoporosi e specifiche varianti genetiche (come SOX6 rs297325) possono aumentare il rischio (Hsu et al., 2020).

Fattori Modificabili

Stile di vita sedentario: Il basso livello di attività fisica accelera la perdita di massa ossea e muscolare (Lakshmanan et al., 2021; Cheng et al., 2022).

Dieta inadeguata: Una dieta povera di calcio e vitamina D compromette la mineralizzazione ossea e accelera il deterioramento del tessuto scheletrico.

Fumo di sigaretta: Il fumo è uno dei fattori di rischio più significativi per l’osteoporosi, poiché interferisce con l’assorbimento del calcio e riduce i livelli di estrogeni circolanti.

Consumo eccessivo di alcol: L’alcol interferisce con il metabolismo osseo e riduce l’assorbimento di nutrienti essenziali per le ossa.

BMI elevato o basso: Paradossalmente, sia un peso corporeo molto basso che l’obesità possono aumentare il rischio, anche se attraverso meccanismi diversi (Lakshmanan et al., 2021; Cheng et al., 2022).

Infiammazione cronica: Stati infiammatori sistemici accelerano il riassorbimento osseo (Fatima et al., 2025; You et al., 2025).

Sintomi dell’Osteoporosi: Riconoscere i Segnali d’Allarme

L’osteoporosi è spesso asintomatica nelle fasi iniziali, ma alcuni segni precoci e tardivi possono aiutare a identificare la condizione:

Segni Precoci (spesso sottovalutati)

Diminuzione dell’altezza nel tempo: Una perdita di altezza superiore a 2-3 cm può indicare fratture vertebrali da compressione asintomatiche.

Dolore o fastidio persistente nella schiena: Può essere dovuto a microfratture vertebrali o a postura alterata per compensare la fragilità ossea.

Postura curva o cifosi: Il progressivo incurvamento della schiena (la cosiddetta “gobba della vedova“) è un segno classico di fratture vertebrali multiple.

Sensazione di fragilità nelle ossa: Alcune donne riferiscono una percezione soggettiva di fragilità o debolezza scheletrica.

Manifestazioni Tardive

Fratture da fragilità: Fratture che si verificano con traumi minimi o normali attività quotidiane, più comunemente a livello di:

  • Polso (frattura di Colles)
  • Vertebre (fratture da compressione)
  • Femore (frattura del collo femorale, la più grave)
  • Costole

Limitazione funzionale: Difficoltà nelle attività quotidiane, ridotta mobilità e perdita di indipendenza.

Dolore cronico: Spesso conseguente a fratture vertebrali, anche se non sempre riconosciute.

Diagnosi: Come Si Identifica l’Osteoporosi

La diagnosi dell’osteoporosi si basa principalmente su esami clinici, anamnestici e strumentali che permettono di valutare la densità ossea e il rischio di frattura.

Densitometria Ossea (DXA)

La densitometria ossea a raggi X a doppia energia (DXA) è lo standard di riferimento per la diagnosi di osteoporosi. Questo esame non invasivo e indolore misura la densità minerale ossea (BMD) tipicamente a livello lombare e femorale.

Interpretazione dei risultati:

  • T-score normale: ≥ -1.0 (densità ossea normale)
  • T-score osteopenia: tra -1.0 e -2.5 (densità ossea ridotta)
  • T-score osteoporosi: ≤ -2.5 (osteoporosi)
  • T-score osteoporosi severa: ≤ -2.5 con presenza di fratture da fragilità

Un risultato inferiore a -2.5 deviazioni standard rispetto alla media di giovani adulti sani indica osteoporosi (De Villiers, 2023; Myhal, 2024).

Valutazione del Rischio di Frattura: FRAX

Oltre alla DXA, strumenti come il FRAX (Fracture Risk Assessment Tool) aiutano a stimare il rischio individuale di frattura a 10 anni, considerando fattori come età, storia di fratture precedenti, età della menopausa, storia familiare, BMI, fumo e uso di corticosteroidi (De Villiers, 2023; Myhal, 2024; NAMS, 2021; You et al., 2025; Kröger et al., 1994).

Questo strumento permette di personalizzare le decisioni terapeutiche in base al profilo di rischio individuale.

Altre Valutazioni

Ultrasonografia ossea quantitativa: Metodo alternativo, meno preciso della DXA ma utile per screening preliminari (Myhal, 2024).

Radiografie: Possono rivelare fratture vertebrali esistenti e alterazioni della struttura ossea.

Esami di laboratorio: Dosaggio di calcio, vitamina D, ormoni tiroidei e marcatori del metabolismo osseo per identificare cause secondarie di osteoporosi.

La valutazione completa deve includere età, storia di fratture, età della menopausa, parità e altri fattori di rischio individuali (NAMS, 2021; You et al., 2025; Kröger et al., 1994).

Proteggi le tue ossa

Prevenzione: Come Proteggere le Ossa Durante e Dopo la Menopausa

Prevenire l’osteoporosi durante e dopo la menopausa è possibile attraverso diverse strategie integrate che agiscono sinergicamente per preservare la salute ossea.

Alimentazione per la Salute Ossea

Calcio adeguato: Assicurarsi un apporto di almeno 1000-1200 mg al giorno attraverso:

  • Latticini (latte, yogurt, formaggi)
  • Verdure a foglia verde (cavolo, broccoli)
  • Pesce con lische (sardine, salmone in scatola)
  • Tofu fortificato
  • Frutta secca (mandorle)

Vitamina D: Essenziale per l’assorbimento del calcio. Obiettivo: 800-1000 UI al giorno attraverso:

  • Esposizione solare (15-20 minuti al giorno)
  • Pesce grasso (salmone, sgombro, tonno)
  • Uova (tuorlo)
  • Alimenti fortificati
  • Integratori se necessario

Proteine adeguate: 1,0-1,2 g per kg di peso corporeo per preservare la massa muscolare e supportare la salute ossea.

Limitare: Sodio eccessivo, caffeina elevata, alcol, che aumentano l’escrezione urinaria di calcio.

Esercizio Fisico: Il Pilastro della Salute Ossea

L’esercizio fisico regolare è fondamentale e rappresenta una delle strategie più efficaci per preservare e migliorare la densità ossea (Platt et al., 2025; Watts, 2018; Yordanov et al., 2025; NAMS, 2021; Mou et al., 2025).

Esercizi ad alto impatto e con carico: Camminata veloce, jogging leggero, salti, ballo, tennis. Questi esercizi stimolano direttamente la formazione ossea attraverso lo stress meccanico.

Allenamento di resistenza: Sollevamento pesi, esercizi con elastici o a corpo libero 2-3 volte alla settimana. Fondamentale per preservare massa muscolare e stimolare il rimodellamento osseo.

Esercizi di equilibrio: Tai chi, yoga, pilates riducono il rischio di cadute e fratture, particolarmente importante nelle donne più anziane.


Attività a basso impatto: Nuoto e ciclismo, pur essendo ottimi per la salute cardiovascolare, sono meno efficaci per la densità ossea ma utili per chi ha già limitazioni articolari.


La combinazione di esercizi aerobici ad impatto e allenamento di resistenza è l’approccio più efficace.

Stile di Vita Protettivo

Evitare fumo: Il fumo è uno dei principali fattori di rischio modificabili per l’osteoporosi. Smettere di fumare può ridurre significativamente il rischio di perdita ossea e fratture.
Limitare l’alcol: Non superare 1 unità alcolica al giorno. L’alcol interferisce con il metabolismo osseo e aumenta il rischio di cadute.

Prevenire le cadute

  • Rimuovere tappeti scivolosi e ostacoli in casa
  • Assicurare illuminazione adeguata
  • Utilizzare calzature appropriate
  • Considerare ausili per la deambulazione se necessario
    Gestire le condizioni croniche: Diabete, artrite reumatoide, malattie tiroidee e altre condizioni possono influenzare la salute ossea e richiedono monitoraggio.

Trattamento: Opzioni Terapeutiche per l’Osteoporosi Post-Menopausale

Nelle donne già affette da osteoporosi post-menopausale, è fondamentale seguire un piano terapeutico personalizzatoche può includere farmaci specifici per aumentare la densità ossea e ridurre il rischio di fratture.

Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS)
La terapia ormonale sostitutiva con estrogeni ± progestinici è efficace nel preservare la densità ossea e ridurre significativamente il rischio di fratture vertebrali e femorali (Platt et al., 2025; Levin et al., 2018; Alsarraje & Alhyali, 2022; NAMS, 2021; Cheng et al., 2022; Ardelean et al., 2025).

Benefici:

  • Riduce la perdita ossea durante la menopausa
  • Diminuisce il rischio di fratture del 30-40%
  • Allevia contemporaneamente altri sintomi menopausali (vampate, secchezza vaginale)

Considerazioni: La TOS va personalizzata in base al profilo di rischio della paziente, considerando età, tempo dalla menopausa, storia personale e familiare di tumori, rischio cardiovascolare e trombotico. È più appropriata per donne in menopausa recente (entro 10 anni) con sintomi menopausali significativi.
La decisione deve essere presa insieme al medico, valutando attentamente il rapporto rischio-beneficio individuale.

Farmaci Specifici per l’Osteoporosi

Bisfosfonati (alendronato, risedronato, ibandronato, acido zoledronico):

  • Farmaci di prima linea per l’osteoporosi
  • Riducono il riassorbimento osseo
  • Dimostrata efficacia nel ridurre le fratture del 40-70%
  • Generalmente ben tollerati, con effetti collaterali rari

Denosumab:

  • Anticorpo monoclonale che inibisce il riassorbimento osseo
  • Somministrazione sottocutanea ogni 6 mesi
  • Molto efficace nella riduzione delle fratture
  • Alternativa per chi non tollera i bisfosfonati

Terapie anaboliche (teriparatide, abaloparatide, romosozumab):

  • Stimolano la formazione di nuovo tessuto osseo
  • Riservate ai casi più severi o con fratture multiple
  • Trattamento limitato nel tempo

Modulatori selettivi dei recettori estrogenici (SERM) (raloxifene):

  • Effetto simil-estrogenico sulle ossa
  • Riduce il rischio di fratture vertebrali
  • Minori effetti su altri tessuti rispetto alla TOS

La scelta del trattamento dipende dalla severità dell’osteoporosi, dal rischio di frattura, dalle comorbidità e dalle preferenze della paziente (Watts, 2018; NAMS, 2021; Cheng et al., 2022; Ardelean et al., 2025).

Tabella: Strategie di Prevenzione e Trattamento

InterventoBeneficio principaleNote di sicurezza/limitiCitazioni
TOS (estrogeni ± progestinici)Riduce perdita ossea e frattureRischi variabili, personalizzare(Platt et al., 2025; Levin et al., 2018; Alsarraje & Alhyali, 2022; NAMS, 2021; Cheng et al., 2022; Ardelean et al., 2025)
Esercizio fisicoAumenta BMD, riduce rischio frattureFondamentale in tutte le donne(Platt et al., 2025; Watts, 2018; Yordanov et al., 2025; NAMS, 2021; Mou et al., 2025)
Bisfosfonati/DenosumabRiduce rischio frattureEffetti collaterali rari(Watts, 2018; NAMS, 2021; Cheng et al., 2022; Ardelean et al., 2025)
Calcio e vitamina DSupporto alla salute osseaDa integrare se carenti(Watts, 2018; NAMS, 2021; Mou et al., 2025)

Figura 1: Tabella delle strategie preventive e terapeutiche principali.

Monitoraggio e Follow-up

Consultare sempre uno specialista (endocrinologo, ginecologo, reumatologo) per monitoraggio e trattamenti adeguatiè cruciale per mantenere una buona qualità della vita e prevenire le complicazioni invalidanti dell’osteoporosi.

Il follow-up include:

  • DXA di controllo ogni 1-2 anni durante il trattamento
  • Valutazione della compliance terapeutica
  • Monitoraggio degli effetti collaterali
  • Adeguamento della terapia in base ai risultati
  • Valutazione continua del rischio di cadute

Conclusione: Un Approccio Proattivo alla Salute Ossea

La menopausa è un fattore chiave nello sviluppo dell’osteoporosi, ma la combinazione di diagnosi precoce, modifiche dello stile di vita e terapie mirate può ridurre significativamente il rischio di fratture e migliorare la qualità di vitadelle donne.

Mantenere uno stile di vita sano, informarsi sulle opzioni disponibili e sottoporsi a screening appropriato sono passi chiave nella gestione della salute ossea durante questa fase della vita. La consapevolezza sui legami tra menopausa e osteoporosi, insieme a interventi proattivi già durante la perimenopausa, possono fare una grande differenza nella prevenzione delle complicazioni future.

La personalizzazione degli interventi e la prevenzione restano le strategie più efficaci. Non aspettate la prima frattura per prendervi cura delle vostre ossa: agite ora per proteggere la vostra salute e autonomia futura.

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FAQ

1) Come combattere l’osteoporosi in menopausa?

Combattere l’osteoporosi in menopausa richiede un approccio integrato e multifattoriale basato sulle evidenze scientifiche:

Strategie nutrizionali:

  • Calcio: 1000-1200 mg al giorno da fonti alimentari (latticini, verdure a foglia verde, pesce con lische) o integratori se necessario
  • Vitamina D: 800-1000 UI al giorno attraverso esposizione solare, alimentazione e integrazione. La vitamina D è essenziale per l’assorbimento del calcio
  • Proteine adeguate: 1,0-1,2 g/kg di peso corporeo per preservare massa muscolare e supportare il tessuto osseo
  • Limitare sodio eccessivo, caffeina elevata e alcol che aumentano l’escrezione di calcio

Esercizio fisico regolare (fondamentale in tutte le donne): La ricerca conferma che l’esercizio fisico aumenta la densità minerale ossea e riduce il rischio di fratture (Platt et al., 2025; Watts, 2018; Yordanov et al., 2025; NAMS, 2021; Mou et al., 2025):

  • Attività ad alto impatto: camminata veloce, jogging leggero, ballo, tennis (3-5 volte/settimana)
  • Allenamento di resistenza: pesi, elastici o esercizi a corpo libero (2-3 volte/settimana)
  • Esercizi di equilibrio: tai chi, yoga per prevenire cadute

Terapie farmacologiche (quando indicate):

  • Terapia ormonale sostitutiva (TOS): Efficace nel ridurre perdita ossea e fratture del 30-40%, ma va personalizzata valutando rischi e benefici individuali (Platt et al., 2025; Levin et al., 2018; Alsarraje & Alhyali, 2022; NAMS, 2021; Cheng et al., 2022)
  • Bisfosfonati/Denosumab: Farmaci di prima linea che riducono il rischio di fratture del 40-70% (Watts, 2018; NAMS, 2021; Ardelean et al., 2025)
  • Terapie anaboliche: Per casi severi con fratture multiple

Modifiche dello stile di vita:

  • Smettere di fumare (il fumo è un fattore di rischio maggiore)
  • Limitare alcol a massimo 1 unità/giorno
  • Prevenire cadute: illuminazione adeguata, rimuovere ostacoli in casa, calzature appropriate

Monitoraggio regolare:

  • DXA (densitometria ossea) per valutare la densità minerale ossea
  • Valutazione del rischio di frattura con strumenti come FRAX
  • Controlli medici periodici per adeguare la terapia

La personalizzazione degli interventi è fondamentale: consultare uno specialista per un piano terapeutico su misura.

2) Cosa prendere per rinforzare le ossa in menopausa?

Per rinforzare le ossa in menopausa, la strategia include integratori specifici e, quando necessario, farmaci prescritti dal medico:

Integratori di base (da integrare se carenti):

  • Calcio: 1000-1200 mg/giorno. Preferire il calcio citrato (meglio assorbito) o carbonato. Dividere la dose in 2-3 assunzioni durante la giornata per migliorare l’assorbimento
  • Vitamina D3: 800-1000 UI/giorno (o più se carente, fino a 2000-4000 UI sotto controllo medico). Essenziale per l’assorbimento del calcio e la funzione muscolare
  • Magnesio: 300-400 mg/giorno. Cofattore importante per la salute ossea
  • Vitamina K2: Supporta la mineralizzazione ossea e indirizza il calcio verso le ossa

Altri nutrienti utili:

  • Omega-3: Riducono l’infiammazione che accelera la perdita ossea
  • Silicio: Supporta la formazione del collagene osseo
  • Boro: Aiuta il metabolismo del calcio e della vitamina D

Farmaci su prescrizione medica:

Per prevenzione e trattamento dell’osteoporosi:

  • Bisfosfonati (alendronato, risedronato): Riducono il riassorbimento osseo, efficacia dimostrata nel ridurre fratture
  • Denosumab: Anticorpo monoclonale, somministrazione sottocutanea ogni 6 mesi
  • Terapia ormonale sostitutiva (TOS): Riduce perdita ossea e fratture (Platt et al., 2025; Levin et al., 2018; Cheng et al., 2022)
  • SERM (raloxifene): Effetto simil-estrogenico sulle ossa
  • Terapie anaboliche (teriparatide): Per osteoporosi severa, stimolano formazione ossea

Alimenti naturalmente ricchi di nutrienti per le ossa:

  • Latticini (yogurt, formaggi, latte)
  • Pesce grasso (salmone, sardine, sgombro) per vitamina D e omega-3
  • Verdure a foglia verde scura (cavolo, broccoli) per calcio e vitamina K
  • Frutta secca (mandorle) per calcio e magnesio
  • Semi (sesamo, chia) per calcio e minerali

Importante:

  • Fare sempre esami del sangue per valutare i livelli di calcio e vitamina D prima di integrare ad alte dosi
  • La vitamina D va dosata per evitare eccessi o carenze
  • Gli integratori supportano ma non sostituiscono una dieta equilibrata e l’esercizio fisico
  • Consultare sempre il medico prima di iniziare integrazioni, specialmente se si assumono farmaci

3) Quali sono i primi sintomi di osteoporosi?

L’osteoporosi è definita “malattia silenziosa” perché spesso non presenta sintomi evidenti nelle fasi iniziali. Tuttavia, esistono alcuni segnali d’allarme che possono indicare la presenza di osteoporosi:

Segni precoci (spesso sottovalutati):

Diminuzione dell’altezza: Una perdita di altezza superiore a 2-3 cm rispetto all’altezza massima raggiunta in gioventù può indicare fratture vertebrali da compressione asintomatiche. Questo è uno dei primi segni osservabili.

Dolore o fastidio persistente nella schiena: Può essere causato da microfratture vertebrali o da alterazioni posturali compensatorie. Il dolore è spesso localizzato nella regione dorsale o lombare.

Postura curva progressiva (cifosi dorsale): Il progressivo incurvamento della schiena, popolarmente chiamato “gobba della vedova”, è un segno classico di fratture vertebrali multiple da compressione.

Sensazione soggettiva di fragilità: Alcune donne riferiscono una percezione di debolezza o fragilità ossea, anche senza eventi traumatici specifici.

Unghie fragili: Sebbene non specifico, può essere un segno di carenza di minerali importanti per la salute ossea.

Fratture con traumi minimi: Fratture che si verificano con traumi di entità minore rispetto a quanto ci si aspetterebbe (cadute dall’altezza in piedi, colpi di tosse, movimenti bruschi).

Manifestazioni tardive (quando l’osteoporosi è avanzata):

Fratture da fragilità patologiche:

  • Polso (frattura di Colles): spesso la prima frattura che si verifica
  • Vertebre: fratture da compressione che causano dolore acuto o cronico
  • Femore (collo femorale): la più grave, associata a significativa morbilità e mortalità
  • Costole: anche con traumi minimi

Dolore osseo cronico: Persistente, spesso conseguente a fratture vertebrali multiple.

Limitazione funzionale progressiva: Difficoltà nelle attività quotidiane, ridotta mobilità, perdita di autonomia.

Importante da sapere:

  • La prima manifestazione clinica dell’osteoporosi è spesso la frattura stessa, motivo per cui lo screening preventivo è fondamentale
  • Le fratture vertebrali possono essere asintomatiche nel 50% dei casi
  • Non aspettare i sintomi: le donne in menopausa dovrebbero sottoporsi a screening con densitometria ossea (DXA), specialmente se presenti fattori di rischio

Quando fare lo screening:

  • Tutte le donne oltre i 65 anni
  • Donne in menopausa precoce (prima dei 45 anni)
  • Presenza di fattori di rischio (storia familiare, fumo, uso prolungato di corticosteroidi, menopausa chirurgica)
  • Presenza di qualsiasi segno preccoce sopra elencato

La prevenzione e la diagnosi precoce attraverso la densitometria ossea sono essenziali, poiché l’osteoporosi può essere efficacemente trattata se identificata prima delle fratture.

4) Quante donne in menopausa hanno osteoporosi?

L’osteoporosi in menopausa è estremamente comune e rappresenta un importante problema di salute pubblica. Ecco i dati epidemiologici:

Prevalenza generale:

  • Circa il 30-40% delle donne caucasiche in post-menopausa sviluppa osteoporosi (De Villiers, 2023; Ardelean et al., 2025)
  • La prevalenza aumenta drasticamente con l’età:
    • 50-59 anni: circa 15% ha osteoporosi
    • 60-69 anni: circa 25-30%
    • 70-79 anni: circa 40-45%
    • Oltre 80 anni: oltre il 50-60%

Osteopenia (densità ossea ridotta ma non ancora osteoporosi):

  • Circa il 50-60% delle donne in post-menopausa presenta osteopenia, una condizione che precede l’osteoporosi (Ardelean et al., 2025)
  • L’osteopenia aumenta significativamente il rischio di progressione verso l’osteoporosi conclamata

Tempistica della perdita ossea: La ricerca mostra che la perdita di massa ossea accelera drammaticamente durante la transizione menopausale:

  • Primi 5-10 anni dopo la menopausa: periodo di massima accelerazione con perdita del 2-5% annuo (De Villiers, 2023; Platt et al., 2025; Lu & Tian, 2023; Cheng et al., 2022)
  • Il 50% della perdita ossea totale che una donna sperimenterà nella sua vita avviene in questo periodo critico

Rischio di fratture:

  • Rischio lifetime (nel corso della vita): circa 40-50% delle donne in post-menopausa subirà almeno una frattura da fragilità
  • Fratture vertebrali: 25% delle donne oltre i 65 anni
  • Fratture femorali: 15-20% delle donne oltre gli 80 anni
  • Le fratture femorali hanno un tasso di mortalità del 20-30% entro un anno

Fattori che influenzano la prevalenza:

  • Menopausa precoce (prima dei 45 anni): rischio aumentato del 50-100% (Gallagher, 2007; Fatima et al., 2025)
  • Menopausa chirurgica (ovariectomia): rischio ancora maggiore per la caduta improvvisa degli estrogeni (Lakshmanan et al., 2021)
  • Etnia: le donne caucasiche e asiatiche hanno prevalenza maggiore rispetto ad africane e ispaniche
  • Fattori di rischio multipli: fumo, BMI basso, sedentarietà, storia familiare aumentano drasticamente il rischio

Gap terapeutico preoccupante: Nonostante l’alta prevalenza, studi recenti mostrano che:

  • Solo il 20-30% delle donne con osteoporosi riceve un trattamento adeguato (Ardelean et al., 2025)
  • Molte donne con fratture da fragilità non vengono diagnosticate né trattate
  • Esiste un significativo “gap terapeutico” tra diagnosi e trattamento

Conclusione: Praticamente una donna su tre in menopausa ha osteoporosi, e questa proporzione aumenta significativamente con l’età. Data l’alta prevalenza e le gravi conseguenze delle fratture osteoporotiche, lo screening, la prevenzione e il trattamento tempestivo sono fondamentali per tutte le donne in menopausa, specialmente quelle con fattori di rischio aggiuntivi.

Tutte le donne oltre i 65 anni e quelle in menopausa precoce o con fattori di rischio dovrebbero sottoporsi a densitometria ossea per una diagnosi precoce e un trattamento appropriato.

Bibliografia

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Marco Toninelli

Biologo Nutrizionista • Chinesiologo • Founder MenoStop
Il Dott. Marco Toninelli è Biologo Nutrizionista laureato in Scienze della Nutrizione Umana con Master Universitario di 2° livello e Chinesiologo specializzato in Scienze Motorie. Fondatore di OneLife Health Brescia e del progetto MenoStop, dedica la sua attività professionale all'educazione terapeutica e alla rieducazione motoria, con particolare focus su soggetti affetti da disfunzioni muscolari, posturali e cardiovascolari.
Il suo approccio si basa sull'osservazione attenta della risposta individuale e sulla personalizzazione dell'intervento nutrizionale e motorio. Guidato dalla convinzione che "se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico, avremmo trovato la strada della salute" (Ippocrate), il Dott. Toninelli accompagna i suoi pazienti verso il raggiungimento dei loro obiettivi di benessere attraverso un supporto scientifico e razionale.