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L’endometriosi è una patologia ginecologica cronica benigna caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale al di fuori dell’utero, che colpisce circa il 10-15% delle donne in età fertile e rappresenta una delle principali cause di dolore pelvico cronico e infertilità.
I sintomi sono spesso variabili e possono compromettere significativamente la qualità della vita, influenzando sia la salute fisica che quella psicologica.
Nonostante l’endometriosi possa manifestarsi anche molto presto, solitamente la diagnosi si attesta fra i 25 e i 35 anni.
Ciò che spesso causa un ritardo nella diagnosi è la diversità dei sintomi e della mancanza di segni specifici, ma la sintomatologia è solita prevedere dolore pelvico, mestruazioni dolorose, dolore durante i rapporti sessuali e defecazione dolorosa.
Oltre alla difficoltà nel diagnosticare l’endometriosi, si presenta piuttosto complessa anche la terapia, proprio perché è una malattia che prevede diversi stadi e vari sintomi, che variano da paziente a paziente.
Per questo motivo è importante capire come riconoscerla e imparare a convivere con essa.
Cos’è l’Endometriosi
L’endometriosi è un’infiammazione cronica benigna degli organi genitali femminili e del peritoneo pelvico, per cui sono presenti frammenti di tessuto endometriale al di fuori dell’utero e in quantità inadeguate, per esempio sulle ovaie, sui legamenti che sostengono l’utero e, meno frequentemente, sulle tube di Falloppio.
Con tessuto endometriale si intende la mucosa che riveste l’interno dell’utero, solito ad ispessirsi durante il ciclo mestruale in preparazione all’impianto dell’ovulo fecondato come effetto degli estrogeni e progesterone (gli ormoni che vengono secreti dalle ovaie durante il ciclo mestruale). Di norma, se l’ovulo non viene fecondato, allora si verifica l’espulsione dell’endometrio tramite le mestruazioni.

In caso di endometriosi, l’endometrio viene definito “ectopico”, cioè letteralmente fuori posto. Prima delle mestruazioni, anche l’endometrio ectopico si arricchisce di zuccheri e sostanze nutritive, ma quando deve sfaldarsi ed essere espulso, questo non avviene solo nel peritoneo, ma anche nelle altre strutture, causando un dolore molto forte e spesso gravi danni ai tessuti circostanti (Taylor et al., 2019).
Distinguiamo due tipi di endometriosi:
- Endometriosi interna: detta anche adenomiosi, è la patologia che prevede lo sviluppo del tessuto endometriale anche lungo le pareti muscolari dell’utero, invadendo il miometrio (strato muscolare intermedio della parte uterina, composto da tre fibre muscolari lisce, compreso tra la parte esterna, detta perimetrio, e l’endometrio, cioè quella interna).
- Endometriosi esterna: quando l’endometrio si sviluppa a livello della pelvi – sulle ovaie, intestino, retto, vagina, tube di Falloppio, vescica, ureteri, porzione sigma del colon – o al di fuori della pelvi – su addome, appendice ileo-cecale, intestino tenue, polmoni e/o reni.
In Italia le donne con endometriosi sembrano essere circa 3 milioni e il picco sembra manifestarsi tra i 25 e i 35 anni, nonostante i sintomi possano manifestarsi anche nelle fasce d’età più basse.
DATI EPIDEMIOLOGICI IN ITALIA | |
Ad almeno 3 milioni di donne hanno l’endometriosi diagnosticata | |
Diagnosi a donne in età riproduttiva | 10-15% |
Diagnosi a donne non fertili o con difficoltà a concepire | 30-50% |
Picco di età in media | Tra i 25 e i 35 anni |
Fonte: Associazione dei Ginecologi Italiani: ospedalieri, del territorio e liberi professionisti (AOGOI).
I Sintomi dell’Endometriosi
I sintomi correlati all’endometriosi possono variare notevolmente, poiché se da un lato ci sono donne a cui non causa alcun sintomo, dall’altro ci sono donne a cui provoca disturbi particolarmente fastidiosi e dolorosi.
I sintomi primari dell’endometriosi possono essere classificati in sintomi primari e secondari (Taylor et al., 2019).
SINTOMI PRIMARI | SINTOMI SECONDARI |
– Dismenorrea o dolore mestruale – Dispareunia o dolore durante i rapporti – Dolore pelvico cronico |
– Sintomi gastrointestinali – Sintomi urinari – Altri sintomi (affaticamento, sintomi neurologici, sulla cute e sulla psiche) |
Sintomi Primari dell’Endometriosi
Dismenorrea (Dolore Mestruale)
Il primo sintomo associato all’endometriosi è il dolore mestruale, scientificamente chiamato dismenorrea, identificabile tramite il dolore molto intenso al basso ventre, solitamente nei giorni appena precedenti all’arrivo delle mestruazioni.
Se in normali condizioni il dolore al basso ventre si verifica senza particolari condizioni patologiche, e può durare qualche giorno, a partire da qualche giorno prima dell’inizio delle mestruazioni, in caso di endometriosi è presente infiammazione e dolore durante il ciclo mestruale.
Si parla di un dolore che non necessariamente vincolato alla durata del ciclo mestruale e può essere anche maggiore in intensità rispetto alla norma, al punto da verificarsi anche irregolarità di flusso mestruale, dal ciclo abbondante alle perdite ematiche premestruali.
L’infiammazione è causata dal tessuto endometriale dislocato che, così come il normale tessuto nell’utero, risponde all’azione di estrogeni e progesterone sanguinando.
Il dolore mestruale, spesso esteso anche alla zona lombare o alle gambe, in caso di endometriosi può essere di tre tipi:
- Crampiforme o sordo e costante (molto frequente)
- Acuto o pulsante
- Intermittente
È consigliato consultare un medico quando il dolore mestruale arriva ad essere tanto intenso da interferire con la vita quotidiana, oppure se avverti un tipo di dolore nuovo, che ti sembra più forte o persistente (Rossetti et al., 2017).
Dispareunia (Dolore Durante i Rapporti)
Un secondo sintomo molto frequente in caso di endometriosi è il dolore genitale che si verifica prima. durante o dopo i rapporti sessuali, scientificamente chiamato dispaurenia.
La donna può andare incontro a tre tipi di dispareunia nell’endometriosi:
- Dispareunia superficiale – riconoscibile per il dolore all’ingresso o nella parte anteriore della vagina, simile ad una sensazione di bruciore, a causa dell’infiammazione o dell’irritazione dei tessuti vaginali, degli spasmi muscolari del pavimento pelvico o di lesioni endometriosiche in questa zona.
- Dispareunia profonda – questa volta il dolore è più profondo ed è localizzato nella regione pelvica durante la penetrazione profonda, a causa di lesioni endometriosiche di organi e tessuti più in profondità (utero, ovaie, legamento utero-sacrali o intestino).
- Dispareunia generalizzata – quando il dolore durante i rapporti è continuo e costante, a prescindere dalla profondità della penetrazione.
- Dispareunia situazionale – dolore percepito solo in particolari situazioni e con determinati partner.
Questa patologia può avere un forte impatto sulla qualità della vita delle donne, visto che il dolore cronico e l’infiammazione possono limitare i movimenti quotidiani, ma anche causare stress, ansia, depressione e isolamento sociale (Tarkowski et al., 2023).
Da non sottovalutare è la situazione di disagio che si può creare in intimità con il proprio partner (Taylor et al, 2019).
Ti suggerisco alcuni approcci terapeutici iniziali:
- Terapia farmacologica. Puoi considerare antinfiammatori o analgesici per ridurre il dolore e l’infiammazione e la terapia ormonale per controllare la crescita del tessuto endometriale.
- Terapia fisica. Esercizi di stretching o rilassamento e riabilitazione del pavimento pelvico.
- Terapia psicologica.
- Approccio multidisciplinare.Il coinvolgimento di ginecologi, fisioterapisti, psicologi e altri specialisti più migliorare la qualità della vita.
Dolore Pelvico Cronico
Il dolore pelvico, frequente sintomo dell’endometriosi, è definito come un dolore percepito nella parte inferiore dell’addome – intestino, ureteri inferiori, ovaie, tube di Falloppio, utero, cervice e vescica – e diventa cronico quando dura da più di 3-6 mesi in maniera continuativa, divenendo patologico.
In particolare, il dolore pelvico cronico si riferisce ad un dolore che è costante o intermittente e presente da sei mesi i più, differenziandosi, dunque, dal “dolore pelvico acuto” che si presenta all’improvviso, bruscamente e per periodi di tempo più brevi.
Oltre all’endometriosi, sono diverse le cause correlate al ciclo mestruale:
- Dismenorrea (mestruazioni dolorose).
- Dolore dell’ovulazione (Mittelschmerz).
- Endometriosi
Viste le tante cause che possono generare dolore pelvico cronico, è necesssaria un’accurata diagnosi differenziale per escludere, per esempio, la malattia infiammatoria pelvica, la sindrome dell’intestino irritabile, la cistite interstiziale, la fibromialgia e la gravidanza ectopica.
Dunque, come procedere?
Partendo dall’anamnesi (la tua storia clinica dettagliata), il medico ti farà eseguire un esame pelvico, esami del sangue e urine e poi, eventualmente un’ecografia transvaginale, una risonanza magnetica e la laparoscopia (procedura che permette di visualizzare direttamente lesioni endometriosiche) (Rolla et al., 2019).
Sintomi Secondari e Sistemici
L’endometriosi, oltre a provocare dolore pelvico o mestruazioni dolorose, causa anche quell’insieme di sintomi detti secondari e sistemici che coinvolgono tutto l’organismo, andando ad influenzare la qualità della vita: includono i sintomi gastrointestinali, urinari, affaticamento cronico, disturbi dell’umore o anche manifestazioni cutanee.
Sintomi Gastrointestinali
L’endometriosi può manifestarsi anche per mezzo di sintomi gastrointestinali, come dolore addominale, diarrea e/o stitichezza, gonfiore addominale, dolore durante la defecazione e nausea.
Suddividiamo i sintomi gastrointestinali in sintomi clinici e sintomi permanenti, dove i primi sono legati al ciclo mestruali, mentre i secondi influenzano la qualità della vita della donna in maniera costante.
SINTOMI GASTROINTESTINALI CLINICI | SINTOMI GASTROINTESTINALI PERMANENTI |
Diarrea, stitichezza, gonfiore addominale | Dolore addominale cronico |
Dolore addominale | Disturbi digestivi |
Dolore durante la defecazione o minzione | Emorragie intestinali |
I sintomi gastrointestinali possono variare in base a dove sono localizzate le lesioni, portando dunque ad una distinzione fra:
- Endometriosi intestinale. Quando il tessuto endometriale si localizza nell’intestino.
- Endometriosi ovarica. Formazione di endometriosi, ovvero cisti ovariche.
- Endometriosi profonda. Lesioni più profonde, anche fino all’intestino.
- Coinvolgimento di altri organi.
SINTOMO | FREQUENZA | DESCRIZIONE |
Dolore addominale | Comune | Dolore variabile durante il ciclo mestruale, dal lieve crampo all’intenso dolore |
Gonfiore addominale | Comune | Sensazione di gonfiore e pienezze all’addome |
Diarrea o stitichezza | Comune | Frequenza e consistenza delle feci alterante |
Dolore durante la defecazione | Comune | Disagio o dolore durante la defecazione |
Sanguinameno rettale | Poco comune | Sangue nelle feci o durante la defecazione |
Nausea | Poco comune | Sensazione di malessere allo stomaco, a volta anche accompagnata da vomito |
Si ricorda che questa tabella è generica, poiché i sintomi variano da persona a persona (Gete et al., 2023; Simons et al., 2024; Taylor et al., 2019).
Sintomi Urinari
In presenza di endometriosi, tra i sintomi comuni ci sono anche quelli urinari, che possono provocare difficoltà, dolore o bruciore nella minzione (occasionalmente con sangue), sensazione di incompleto svuotamento della vescica e frequente minzione (anche nelle ore notturne).
Distinguiamo fra endometriosi vescicale, quando colpisce la vescica – causando dolore pelvico, difficoltà nella minzione e bruciore, simile al dolore provocato dalla cistite – ed endometriosi ureterale, quando colpisce l’uretere – con la possibilità di causare idronefrosi (accumulo di urina nel rene).
I sintomi specifici che interessano le vie urinarie sono:
- Disuria. Difficoltà o dolore durante la minzione.
- Pollachiuria. Aumento della frequenza della minzione.
- Urgenza minzionale. Bisogno impellente di urinare.
- Ematuria. Presenza di sangue nelle urine.
- Dolore sovrapubico. Dolore nella zona sopra il pube.
- Incontinenza urinaria. Perdita involontaria di urina.
- Ritenzione urinaria. Impossibilità di svuotare completamente la vescica.
Vista la quantità di sintomi, spesso simili a quelli provocati da altre patologie, è fondamentale svolgere la diagnosi differenziale per escludere:
- Cistite
- Cistite interstiziale
- Sindrome della vescica iperattiva
- Carcinoma vescicale
- Neuropatia pelvica
- Malattia infiammatoria pelvica
- Sindrome dell’intestino irritabile
- Fibromialgia
Inoltre, ti consiglio fortemente di consultare un ginecologo specializzato in endometriosi per una valutazione accurata e un piano di trattamento personalizzato (Gete et al., 2023; Taylor et al., 2019).
Altri Sintomi Correlati
Oltre ai sintomi gastrointestinali e urinari, l’endometriosi è fonte di altri sintomi che impattano la qualità della vita, quali affaticamento cronico, diverse manifestazioni cutanee e un certo impatto psicologico.
- Affaticamento cronico: sintomo dell’endometriosi molto comune, nonostante molto sottostimato, che non migliora nemmeno con il riposo. Più del 50% delle donne con endometriosi riferisce una stanchezza debilitante: il corpo entra in uno stato di allerta e ciò che causa questo affaticamento può essere il dolore, come l’infiammazione o le alterazioni ormonali, andando ad innescare meccanismi di stress, ansia e depressione (Gete et al., 2023; Taylor et al., 2019).
- Sintomi neurologici: l’endometriosi può causare sintomi come cefalea (mal di testa), brain fog (confusione mentale), stanchezza e affaticamento. Tutto questo può causare difficoltà di concentrazione, perdita di memoria e problemi di messa a fuoco.
- Manifestazioni cutanee: l’endometriosi si può manifestare anche sottoforma di noduli dolorosi, spesso vicino a cicatrici chirurgiche, lesioni attive (spesso rosse, emorragiche e circondate da infiammazioni), lesioni brunastre e biancastre (tra 1 e 3 cm) (Rolla et al., 2019).
- Impatto psicologico: le donne con endometriosi hanno un rischio significativamente maggiore di sviluppare sintomi ansioso-depressivi rispetto alla popolazione generale, spesso correlati alla presenza e severità del dolore cronico. L’impatto psicologico e sociale è rilevante, con compromissione delle relazioni, della sessualità e della produttività lavorativa (Rossetti et al., 2017; Ditzen et al., 2023; Tarkowski et al., 2023).
Alla base deve esserci un trattamento multidisciplinare che includo un ascolto e un approccio empatico verso la donna, in maniera da gestire medicalmente i sintomi fisici nel modo migliore per lei.
Gradi e Stadi dell’Endometriosi
L’endometriosi, pur essendo una malattia benigna, può crescere a livello di invasività nei confronti degli altri organi e tessuti circostanti, al punto da essere classificata in 4 stadi, in base alla gravità e all’estensione della lesione.
La classificazione individuata dall’American Society for Reproductive Medicine (ASMR) consente di effettuare un’accurata diagnosi, in maniera da inquadrare il trattamento più adatto al singolo caso (American Society for Reproductive Medicine, 2012).
- Stadio 1: Endometriosi Minima. Al primo stadio il tessuto endometriale al di fuori dell’utero è ancora di pochi millimetri e localizzato superficialmente nei tessuti.
- Stadio 2: Endometriosi Lieve. Al secondo stadio il numero di lesioni inizia a crescere e a localizzarsi più in profondità.
- Endometriosi Moderata. Al terzo stadio le lesioni diventano sempre più estese e possono comparire cisti ovariche (endometriosi) mono o bilaterali e tessuto aderenziale e/o cicatriziale tra gli organi pelvici.
- Endometriosi Grave. Al quarto stadio è caratterizzato da lesioni molto profonde e da cisti di grandi dimensioni su una o entrambe le ovaie, con esiti cicatriziali e aderenze importanti.
STADIO | DESCRIZIONE |
Stadio 1: Endometriosi Minima | Il tessuto endometriale al di fuori dell’utero è ancora di pochi millimetri e localizzato superficialmente nei tessuti. |
Stadio 2: Endometriosi Lieve | Il numero di lesioni inizia a crescere e a localizzarsi più in profondità. |
Stadio 3: Endometriosi Moderata | Le lesioni diventano sempre più estese e possono comparire cisti ovariche mono o bilaterali e tessuto aderenziale e/o cicatriziale tra gli organi pelvici. |
Stadio 4: Endometriosi Grave | Le lesioni sono molto profonde e vi sono cisti di grandi dimensioni su una o entrambe le ovaie, con esiti cicatriziali e aderenze importanti. |
A contrario di quanto potremmo normalmente aspettarci, la gravità dei sintomi non è direttamente correlata alla quantità di tessuto endometriale che cresce dislocato.
Infatti, vi sono donne asintomatiche che presentano zone estese di tessuto al di fuori dell’utero, così come ci sono donne che di fronte a piccoli frammenti sono invalidate.
Ora voglio darti qualche esempio pratico per farti capire ciascuno degli stadi sopra elencati:
- Esempio Stadio 1 – Una donna con poche lesioni sulle ovaie o sulla superficie del peritoneo, ma non presenta aderenze significative o coinvolgimento di altri organi.
- Esempio Stadio 2 – Una donna con lesioni ovariche, ma che presenta anche lesioni più estese sul peritoneo, con delle aderenze che coinvolgono l’intestino o le tube di Falloppio.
- Esempio Stadio 3 – Una donna con lesioni endometriosiche che sono più estese in profondità nel tessuto ovarico, anche con cisti e aderenze che limitano la mobilità degli organi pelvici.
- Esempio Stadio 4 – Una donna con cisti ovariche di grandi dimensioni, lesioni endometriosiche che coinvolgono l’intestino e la vescica, con aderenze che bloccano le tube di Falloppio e riducono notevolmente la fertilità.
È chiaro che questa è una guida degli stadi, ma ogni donna sperimenta l’endometriosi in maniera totalmente soggettiva.
Quando i Sintomi Indicano Endometriosi
Sono diversi i sintomi che possono costituire un segnale d’allarme e, di conseguenza, la necessità di consultare un medico per cercare di comprendere se si tratta davvero di endometriosi.
Inoltre, l’endometriosi è una malattia sistemica, con manifestazioni che vanno oltre il dolore pelvico, coinvolgendo più organi e sistemi (Taylor et al., 2019).
Ecco una lista di sintomi che puoi considerare come dei “red flags” sintomatologici:
- Dolore pelvico, localizzato nella zona pelvica, addominale o lombare.
- Dismenorrea, ovvero mestruazioni dolorose e intense spesso con necessità di antidolorifici.
- Dispareunia, quindi il dolore durante i rapporti sessuali, che prevede dolore nella zona profonda della vagina o nella zona pelvica.
- Dolore durante la defecazione, che può essere associato a stipsi o diarrea.
- Sanguinamento anomalo, tra un ciclo mestruale e l’altro, oppure un sanguinamento eccessivo durante le mestruazioni.
- Problemi urinari, con frequente bisogno di urinare, dolore durante la minzione o sangue nelle urine.
- Problemi intestinali, con gonfiore addominale, diarrea, stipsi, o dolore durante l’evacuazione.
- Affaticamento, correlato alla sensazione di stanchezza persistente.
- Infertilità, dunque difficoltà a concepire.
In relazione a questi sintomi, se dovessi provare dolore in maniera costante fino ad un periodo che dura più di 6 mesi allora la tua endometriosi è definita cronica.
Un altro fatto importante legato all’endometriosi da sottolineare è la correlazione con la storia famigliare: infatti, le donne con parenti di primo grado (madre, sorella o zia) che hanno questa patologia presentano un maggior rischio di svilupparla a loro volta.
CURIOSITÀ Sapevi che esistono dei questionari di autovalutazione validati per l’endometriosi che consentono alle onne di identificare i sintomi e valutarne l’impatto sulla loro vita? |
Chiaramente i questionati non possono essere considerati un’alternativa alla diagnosi medica, ma possono essere utili per comprendere e monitorare nel corso del tempo i propri sintomi e comunicarle meglio al medico.
Eccoti alcuni esempi:
- Questionario di valutazione dell’impatto sociale e lavorativo
- Mappa del dolore
- Autotest endometriosi
- Questionario di valutazione della qualità di vita
Il modo corretto per sfruttare questi strumenti è prima compilarli attentamente, fornendo informazioni sulla propria esperienza personale, per poi consultare il medico e discutere sui risultati ottenuti. Questi questionari possono essere utilizzati per monitorare i sintomi nel tempo e valutare anche quanto i trattamenti sono efficaci.
Diagnosi dell’Endometriosi
Poiché i sintomi dell’endometriosi sono poco specifici e comuni ad altre patologie, la diagnosi dell’endometriosi è un processo piuttosto difficoltoso: data l’eterogeneità dei sintomi, che non sempre sono correlati alla gravità delle lesioni, questo contribuisce a ritardi diagnostici medi di 4-11 anni (Taylor et al., 2019).
Percorso Diagnostico Standard
Per la corretta diagnosi è fondamentale la raccolta dei sintomi, la valutazione della storia clinica della paziente, un esame obiettivo, la vista ginecologica, la diagnostica per immagini e, se necessario, la laparoscopia.
- Il primo step è la visita ginecologica con anamnesi, in cui il medico esegue una raccolta dettagliata sui sintomi e valuta la storia clinica della paziente.
- Il secondo passaggio è un esame di primo livello che consiste in un’ecografia transvaginale, che permette di rilevare eventuali endometriosi o altre anomalie.
- È possibile svolgere un esame di secondo livello, ossia una risonanza magnetica (RM) che offre una visione più precisa delle strutture pelviche e permette di individuare lesioni profonde in aree difficili da raggiungere.
- Il quarto step è la laparoscopia, ovvero una procedura chirurgica che permette di visualizzare direttamente la cavità addominale e di prelevare dei campioni per l’analisi istologica (un esame microscopico dei tessuti prelevati per determinare la presenza di malattie).
- L’ultimo step consiste in esami di laboratorio, da eseguire in determinati casi.
Esami Strumentali Specifici
Analizziamo i vari strumenti strumentali specifici utilizzati per la diagnosi dell’endometriosi tra cui l’ecografia transvaginale, la risonanza magnetica pelvica, la laparoscopia diagnostica e i diversi marcatori sierici.
- Ecografia transvaginale: utilizzata ormai da anni per diagnosticare le cisti ovariche di natura endometriosi, scientificamente chiamate endometriomi. Questa ecografia permette anche di avere una stima della quantità e delle dimensioni dei noduli endometriosi profondi a carico del retto vaginali, dei legami uterosacrali, della vescica e dell’intestino. In media è un esame che dura tra i 10 e i 15 minuti, ma in caso di noduli endometriosici può dilungarsi.
- Risonanza magnetica (RM) pelvica: è un esame di secondo livello che segue all’ecografia e che permette di visualizzare nel dettaglio gli organi pelvici – utero, ovaie, intestino e ureteri – identificando anche lesioni endometriosiche, se presenti, per valutarne dimensioni e localizzazione. La RM non utilizza radiazioni ionizzanti e, infatti, non è considerata un esame invasiva ed è sicura. Per la diagnosi dell’endometriosi, tra l’altro, è consigliato eseguirla fra l’ottavo e il ventesimo giorno del ciclo mestruale.
- Laparoscopia diagnostica: si tratta di una procedura chirurgica minimamente invasiva che offre una visione diretta degli organi pelvici. Rispetto all’ecografia o alla risonanza magnetica ha un valore aggiunto, ossia consente il trattamento dell’endometriosi anche durante la stessa procedura, rimuovendo le lesioni o le cisti. Non preoccuparti, essendo appunto minimamente invasiva, il recupero è molto rapido, anche se varia da persona a persona. Chiaramente potrebbe esserci un po’ di dolore nella fase post intervento in prossimità dell’area delle incisioni, ma può essere facilmente gestito con farmaci antidolorifici.
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Marcatori sierici (CA-125, altri): l’analisi dei marcatori sierici può essere un ausilio nella diagnosi e nel monitoraggio dell’endometriosi, ma non sufficienti alla conferma della patologia. I principali marcatori sierici utilizzati nella diagnosi dell’endometriosi sono il CA 125 e il CA 19.9. Il CA 125 (antigene carboidratico 125) è una proteina che può essere prodotta dalle cellule endometriali e, dunque, può essere presente in quantità maggiori nel sangue di donne con tale patologia. Tuttavia, non possiamo considerarlo come un marcatore specifico per l’endometriosi poiché la sua positività può essere correlata anche ad altre patologie ginecologiche, cancro ovarico o malattie infiammatorie.
Invece, il CA 19.9, un altro marcatore, presenta una sensibilità inferiore rispetto al precedente, anche se può essere utile ugualmente nella valutazione della gravità dell’endometriosi.
In questo momento, diagnosticare in maniera accurata e definitiva l’endometriosi, inquadrarne la gravità e l’evoluzione, è possibile solo con la laparoscopia, dunque grazie alla chirurgia.
Purtroppo, essendo l’endometriosi ancor oggi una patologia sotto-diagnostica, viene riconosciuta dopo un lungo e dispendioso percorso, che può durare in media anche 9 anni (Taylor et al., 2019).
Trattamento dei Sintomi
Il trattamento dell’endometriosi – che varia in base alla gravità dei sintomi, dallo stadio della patologia e dal desiderio della paziente di avere gravidanze future – si dirama di due direzioni: un approccio conservativo e un approccio chirurgico.
Approccio conservativo
Il primo approccio al trattamento dell’endometriosi preso in considerazione dalla medicina è, dunque, quello conservativo: è una prospettiva basata sull’obiettivo di controllare il dolore e altri sintomi che influiscono sulla qualità di vita della paziente e può comprendere una terapia farmacologica a base di farmaci antidolorifici o una terapia ormonale ad azione anti-estrogenica.
Si inizia solitamente con analgesici, per lo più i FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei) e i contraccettivi ormonali. Nel caso in cui questa prima soluzione non si dimostrasse efficacie, si opta per un trattamento farmacologico più intensivo:
- Contraccettivi ormonali per sopprimere l’attività ovarica e rallentare la crescita del tessuto endometriale al di fuori dell’utero, in maniera da ridurre il sanguinamento e il dolore.
- Agonisti del GnRH (Gonadotropin-Releasing Hormone): gli analoghi del GnRH sono farmaci che minano o bloccano l’azione del GnRH, usati per ridurre la crescita del tessito endometriale, alleviando il dolore e gli altri sintomi. Un esempio di agonista dell’ormone di rilascio delle gonadotropine è il leuporlide. Tra gli antagonisti del GnRH troviamo l’elagolix e il relugolix.
- Inibitori dell’aromatasi (enzima che converte gli androgeni, ormoni sessuali maschili, in estrogeni, ormoni sessuali femminili), come l’anastrozolo o il letrozolo.
- Danazolo, un androgeno sintetico e un antigonadotropo, che impedisce l’ovulazione.
Approccio chirurgico
Il secondo approccio al trattamento sintomatico dell’endometriosi è quello chirurgico, che spesso si presenta come opzione migliore per le donne con un livello moderato o alto di gravità. Consiste nella rimozione o nella disintegrazione del tessuto endometriale dislocato e degli endometriomi. La procedura chirurgica è la laparoscopia, che prevede l’inserimento del laparoscopio nell’addome attraverso una piccola incisione chirurgica tradizionale sulla parte addominale pelvica.
Un’altra procedura è la cistectomia ovarica, nel caso fosse presente un endometrioma ovarico.
L’isterectomia con o senza salpingo- ooforectomia bilaterale, invece, consiste nella rimozione di entrambe le tube di Falloppio e le ovaie ed è indicata per le pazienti che presentano un dolore pelvico classificato come moderato o grave e che, chiaramente, non desiderano più avere figli.
Gestione multidisciplinare
La gestione multidisciplinare dell’endometriosi è un approccio che vede il coinvolgimento di diversi specialisti che forniscono un’assistenza a 360° alla paziente, consigliandola e supportandola in tutti gli aspetti della sua salute.
I diversi professionisti della salute coinvolti sono il ginecologo, il fisioterapista, il psicologo o psicoterapeuta, un nutrizionista e uno specialista del dolore.
Chiaramente una gestione multidisciplinare dell’endometriosi consente di personalizzare al massimo il trattamento e prevenire eventuali complicanze, migliorando la qualità della vita della paziente.
Medicina personalizzata
Con medicina personalizzata intendiamo un approccio globale alla prevenzione, alla diagnosi, alla cura e al monitoraggio delle patologie basato sulle caratteristiche genetiche (ma non solo) della persona presa singolarmente.
Generalmente I medici tendono a prediligere l’approccio conservativo, optando per l’alternativa chirurgica solo quando non si mostrano efficaci le terapie farmacologiche (Gete et al., 2023; Taylor et al., 2019; Simons et al., 2024).
IMPORTANTE Nel caso in cui l’endometriosi non si manifestasse con sintomi (condizione asintomatica), allora non è previsto alcun trattamento. |
Convivere con l’Endometriosi
Nessuno ha mai detto che convivere con l’endometriosi sia semplice: la donna deve affrontare ogni giorno dolore, stanchezza e difficoltà correlate. Tuttavia, se adotti le giuste strategie e trovi un supporto adeguato, puoi migliorare la qualità della tua vita (Grano et al., 2024).
In primis devi focalizzarti sull’assimilazione delle giuste strategie di gestione della tua quotidianità, che siano sintetizzate in un approccio multidisciplinare includendo alimentazione, attività fisica e gestione dello stress.
STRATEGIE DI GESTIONE QUOTIDIANA DELL’ENDOMETRIOSI | |
Alimentazione | Prediligi una dieta antinfiammatoria, riducendo o eliminando gli zuccheri, grassi saturi, alcol, latticini, carni eosse o cibi raffinati.Privilegia alimenti ricchi di fibre per favore la digestione e l’eliminazione di estrogeni in eccesso, come frutta, verdura, legumi e cereali integrali.Consuma a sufficienza alimenti ricchi di omega-3 per ridurre l’infiammazione, come semi di lino, pesce azzurro o avocado.L’utilizzo di spezie come curcuma e zenzero può essere prezioso per le loro proprietà antinfiammatorie. |
Attività fisica | Pratica regolarmente esercizio fisico, soprattutto attività a basso impatto, in maniera da ridurre dolore e stress. Scegli attività che fai con piacere per essere costante! |
Gestione dello stress | Tecniche di rilassamento, come la meditazione, respirazione profonda o yoga possono aiutarti a ridurre lo stress e l’ansia. |
Terapie complementari | L’agopuntura, per esempio, può aiutarti a ridurre il dolore e a migliorare il benessere generale. |
Cure termiche | Impacchi caldi o una borsa dell’acqua calda sulla zona pelvica possono aiutarti ad alleviare il dolore. |
Massaggi | I massaggi terapeutici possono ridurre la tensione muscolare e migliorare la circolazione. |
Il supporto psicologico è fondamentale: rivolgiti ad uno psicologo o uno psicoterapeuta per affrontare il peso emotivo della malattia. Ancora prima è giusto che tu ti apra verso le persone vicine a te: spesso pensiamo che gli altri non siano in grado di comprendere noi e il nostro stato d’animo, ma potrebbe fare molto più di quanto tu ti aspetti!
Solamente affrontare il discorso potrebbe aiutarti ad alleggerire il peso che ti porti dietro.
Considera anche le numerose reti di sostegno sul territorio italiano: parliamo di associazioni di pazienti, fondazioni dedicate alla ricerca, gruppi di supporto psicologico e reti regionali di centri specializzati.
Sono iniziative che mirano a offrire informazioni, supporto psicologico, assistenza legale e un percorso di cura multidisciplinare per le donne che stanno affrontando l’endometriosi. Per esempio l’Associazione Italiana Endometriosi (AIE) offre servizi gratuiti come assistenza agli iscritti o l’organizzazione di gruppi di ascolto e incontri.
Per offrirti il migliore supporto, ti fornisco alcune risorse che possono esserti utili:
- Ci sono associazioni come la Fondazione Italiana Endometriosi che offrono informazioni, supporto e risorse per le donne con endometriosi.
- Strutture cliniche il Policlinico di Milano offrono servizi specializzati per diagnosticare e trattare l’endometriosi.
Endometriosi e menopausa
Sebbene l’endometriosi sia considerata una patologia delle donne in età fertile, può persistere o manifestarsi anche dopo la menopausa. Infatti, negli ultimi anni, la ricerca ha evidenziato che la malattia può influenzare il tipo e l’età della menopausa, oltre a comportare sfide specifiche nella gestione dei sintomi e dei rischi associati in questa fase della vita.
Se stai affrontando la menopausa, oltre all’endometriosi, ti suggerisco la lettura dell’articolo Menopausa: Cause, sintomi e trattamento (Guida) soprattutto per fornirti chiarimenti su età e fasi della menopausa.
Impatto dell’endometriosi su tipo ed età della menopausa
Le donne con endometriosi hanno un rischio sette volte maggiore di andare incontro a menopausa chirurgica (dovuta all’asportazione delle ovaie) rispetto a quella naturale e una maggiore probabilità di menopausa precoce o prematura, sia chirurgica che spontanea.
In media, la menopausa avviene prima nelle donne con endometriosi, con un anticipo di circa 1,6 anni in caso di menopausa chirurgica e di 5 mesi in caso di menopausa naturale (Chung et al., 2025; Younis et al., 2024).
DATI STATISTICI | |
Effetto dell’endometriosi su menopausa | +7 volte |
Rischio menopausa chirurgica | -1,6 anni |
Anticipo menopausa chirurgica | -0,4 anni |
Rischio menopausa precoce (<40 anni) | +2 volte |
Lo studio ha analizzato i dati a livello individuale di 279.948 donne in cinque studi di coorte condotti nel Regno Unito, Australia, Svezia e Giappone tra il 1996 e il 2022 (Chung et al., 2025).
Rischi a lungo termine e qualità della vita
Le donne con endometriosi e menopausa precoce presentano un rischio aumentato di osteoporosi e malattie cardiovascolari, probabilmente legato alla perdita anticipata della funzione ovarica (Chung et al., 2025; Younis et al., 2024).
È raro che l’endometriosi peggiori in menopausa e, spesso, la sensazione dolore che sembra risalire alle ovaie è invece di natura intestinale.
In ogni caso, bisogna sempre mantenere costanti le visite periodiche e le ecografie pelviche per il rischio di incorrere in patologie oncologiche genitali.
Inoltre, la qualità della vita può essere compromessa da dolore persistente, disfunzioni sessuali e impatto psicologico (Vallée et al, 2024; Vallée et al; 2025).
La difficoltà nel gestire sintomi pesanti durante la menopausa per le donne con endometriosi sta nel fatto che queste non posso assumere con leggerezza terapie ormonali per il rischio di riaccendere la malattia. Dunque, è consigliato prediligere farmaci che non inducano il flusso mestruale.
Visto che in postmenopausa la malattia può persistere o riattivarsi, la scelta terapeutica deve essere condivisa e basata sulle esigenze individuali, richiedendo una gestione personalizzata e attenta ai rischi oncologici e cardiovascolari (Jakson et al., 2023).
Conclusioni
L’endometriosi si manifesta con una vasta gamma di sintomi, dal dolore pelvico e mestruale a disturbi intestinali, urinari, stanchezza cronica e sintomi psicologici. La variabilità e la non specificità dei sintomi rendono la diagnosi complessa e spesso tardiva.
Un approccio multidisciplinare e una maggiore consapevolezza dei sintomi sono fondamentali per una diagnosi e gestione tempestiva.
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FAQ
Come accorgersi di avere l’endometriosi?
Presta il più possibile attenzione ai sintomi, tra cui i più comuni sono dolore pelvico cronico, mestruazioni dolorose, dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia), dolore durante la minzione o la defecazione, e irregolarità mestruali. Se dovessi sperimentarne uno o più consulta un ginecologo e non ignorare il dolore!
Quali sono i test per capire se ho l’endometriosi?
Per la diagnosi dell’endometriosi si ricorre alla visita ginecologica con ecografia transvaginale, la risonanza magnetica pelvica e, se necessario, la laparoscopia, che è spesso accompagnata dalla biopsia. Inoltre, possono essere strumenti utili anche le analisi del sangue, come il dosaggio di CA-125.
A che età si manifesta l’endometriosi?
L’endometriosi può manifestarsi in diverse età, ma solitamente il picco di diagnosi si aggira intorno ai 25 e i 35 anni.
Quando si inizia a soffrire di endometriosi?
L’endometriosi può manifestarsi anche già alla prima mestruazione e durare fino alla menopausa, ma ci sono casi in cui può presentarsi anche in età più giovano o più avanzata.
Dove ti fa male quando hai l’endometriosi?
Le tipiche zone di dolore in caso di endometriosi sono: la parte inferiore o specifiche aree dell’addome, la parte più bassa della schiena, le ovaie, l’intestino, il retto e i legamenti utero-sacrali.
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