Presentazione del libro: “Dimagrire e Rinascere in Menopausa: Scopri il Metodo Menostop® del Dott. Marco Toninelli per Dimagrire e Tornare in Forma

Dott. Toninelli, si presenti al nostro pubblico: chi è Marco Toninelli e qual è il suo percorso professionale?

Sono un biologo nutrizionista e chinesiologo. Il mio percorso professionale è cominciato proprio con la chinesiologia, in parallelo agli anni di studio nelle Scienze Motorie presso l’Università degli Studi di Brescia. Queste esperienze iniziali mi hanno permesso di osservare quelle che erano le principali problematiche che avevano le donne dai 45 anni in su, opportunità che col tempo mi ha portato ad interessarmi al supporto alle donne in menopausa.

Una volta concluso l’iter di studio relativo alle Scienze Motorie, ritenevo indispensabile approfondire le mie conoscenze relative all’ambito nutrizionale. L’ambito della chimica e della fisiologia mi ha sempre affascinato durante gli studi e, da qui, è nato il mio desiderio di approfondire il metabolismo e il funzionamento del corpo, che mi ha portato a cercare di capire come ottimizzare tutto questo in un’ottica di prevenzione primaria e secondaria.

Inoltre, l’aspetto relativo alla nutrizione ritengo che debba essere considerato in sinergia con la componente dell’attività fisica: questa è stata l’osservazione che mi ha portato a fondare One Life Health, centro dedicato alla salute e al fitness.

Dunque, dopo la laurea triennale in Scienze Motorie ho deciso di intraprendere un percorso dedicato alla nutrizione, conseguendo un titolo di Laurea Magistrale in Scienze della Nutrizione, divenendo in seguito Biologo Nutrizionista.

Mi sono lanciato come libero professionista e ora sto creando un team che mi supporta nel mio progetto di divulgazione di uno stile di vita sano, ciò in cui credo di più.

Come è nata l’idea di scrivere questo libro? C’è stato un momento particolare o un’esperienza che l’ha spinta a specializzarsi nel dimagrimento in menopausa?

La motivazione per cui ho scelto di scrivere questo libro è stata la necessità di dare un nome e una descrizione al progetto, raccontando la sua storia. Volevo che fosse uno strumento teorico e pratico in grado di aiutare più donne possibili nel miglioramento di vita durante la menopausa.

Il progetto Menostop è nato proprio dall’osservazione: nella mia pratica professionale ho osservato, e tuttora osservo, donne con delle problematiche fisiologiche che le portano a rivolgersi a medici, tuttavia senza ben sapere come gestire la situazione o avere una guida precisa. Volevo che queste donne potessero disporre di un metodo apposito che aiutasse a creare ordine, chiarezza e metodologia, ottimizzando lo stile di vita.

Come vedrete nel libro, il metodo in cui credo è un metodo che si basa su una gestione ottimale della nutrizione, dell’attività fisica, dello stress e del sonno, i quattro pilastri su cui si fonda propriamente l’ottica di Menostop.

Perché le diete tradizionali falliscono sistematicamente nelle donne in menopausa?

Le diete tradizionali, nelle donne in menopausa, falliscono sistematicamente perché la dieta non è dieta.

Cosa intendo dire con questo?

Il termine dieta deriva dal greco e significa “stile di vita”: tenendo a mente il significato vero e proprio di questa parola non dobbiamo pensare quindi al classico foglio di carta che appendiamo al frigo e che ogni giorno leggiamo per ricordarci cosa dovremmo mangiare.

No, dobbiamo pensare al modello educativo: bisogna costruire un metodo e un approccio che consenta alle donne che si trovano in questa situazione di apprendere. L’apprendimento è l’aspetto cruciale e si costruisce dando stimoli che siano vari, ma costanti nel corso del tempo. Deve esserci un vero percorso di coaching e di assistenza che perpetui continuamente questo metodo, affinché si ottengano col tempo dei risultati che possiamo mantenere nel tempo.

Cosa succede esattamente al metabolismo femminile dopo i 50 anni? È davvero così diverso da quello maschile?

Il metabolismo femminile, dopo i 50 anni, in realtà si avvicina sempre di più a quello maschile della stessa età. Il metabolismo e la fisiologia, quindi la funzione della donna rispetto all’uomo, sono in generale molto diversi, ma soprattutto dagli 11 anni le differenze iniziano a concretizzarsi e ad enfatizzarsi. Nella fase adulta, dunque, parliamo di due corpi diversi con fisiologie diverse.

Per esempio, provate a pensare ai diversi riferimenti di record olimpionici nelle varie discipline sportive fra uomo e donna, o anche solamente ai diversi riferimenti nei vari sport. Io ho giocato a pallavolo per anni e ho avuto modo di realizzare come la pallavolo femminile e quella maschile sembrassero quasi due sport diversi, sia per l’intensità che per il ritmo con cui vengono svolti.

In realtà, con la menopausa, il metabolismo della donna subisce un tendenziale rallentamento, che giustifica solo due o tre chili presi, non di più. Per il resto, quindi, non possiamo colpevolizzare il nostro metabolismo, ma dobbiamo riconoscere che manca un approccio comportamentale e mentale.

Il motivo per cui il metabolismo femminile, dopo i 50 anni, si avvicina a quello maschile è il numero sempre più basso degli estrogeni – gli ormoni che caratterizzano il sesso femminile e che durante la menopausa diminuiscono drasticamente – che porta le donne ad avvicinarsi sempre di più ai tratti somatici dell’uomo, tendendo ad accumulare grasso a livello addominale e aumentando il rischio di incorrere in eventi cardiovascolari, proprio come nell’uomo.

Nel suo libro parla del “grasso addominale resistente”. Cosa lo rende così ostinato in menopausa e come il Metodo MenoStop® lo combatte?

Con “grasso addominale resistente”, intendiamo il grasso che si accumula a livello viscerale, quindi attorno agli organi addominali e nella cavità addominale. In Menostop lo affrontiamo analizzando i 4 pilastri, ovvero: ottimizziamo la nutrizione, l’allenamento, il sonno e la gestione dello stress. Queste quattro componenti vanno tutte prese in considerazione per migliorare la nostra condizione di vita.

È un grasso resistente perché è frutto di un’inversione ormonale che si verifica nelle donne in menopausa: il calo di estrogeni tende a favorire l’accumulo di grassi a livello viscerale.

In realtà, è meno resistente rispetto ad un tipo di grasso che si accumula a livello di cosce e fianchi, ma il motivo che lo rende così ostinato in menopausa è legato alla difficoltà mentale anche in termini di concentrazione, comportamento e stress.

Centinaia di donne hanno già testato il suo metodo. Ci racconta il caso di trasformazione più incredibile che ha seguito personalmente?

Se penso al caso di trasformazione più incredibile che ho seguito personalmente mi viene subito in mente la storia di Mariapaola, che si è rivolta a me con il desiderio di mantenere un dimagrimento localizzato a livello addominale.

Il cambiamento più entusiasmante è stata la fiducia in sé stessa che cresceva man mano che si avvicinava al suo obiettivo: ha dimostrato una grande motivazione e forza di posizione. Mariapaola ha dimostrato concretamente come la costanza permetta di raggiungere i propri obiettivi, seppur all’inizio possano sembrare così irrealizzabili.

Con lei ho iniziato un percorso basato in primis sull’attività fisica: siamo partiti dalle basi del movimento fisico, soprattutto per la sua carenza di muscolatura iniziale. Una volta che ha iniziato a ottenere risultati a livello fisico, ha iniziato ad avere sempre più fiducia nel percorso e si è mostrata pronta per ottimizzare anche l’aspetto nutrizionale. Nel suo caso, visto che si trattava di un grasso localizzato a livello addominale, abbiamo lavorato sulla gestione di pasti durante la settimana, inclusi quelli liberi, in un certo senso riuscendo anche ad assecondare la sua voglia di dolce.

Molte donne temono che perdere peso in menopausa significhi rinunciare per sempre ai piaceri della tavola. Come risponde a questa paura?

Assolutamente per perdere peso in menopausa non dobbiamo mettere in atto alcun tipo di rinuncia. Quello che dobbiamo fare è impartire un modello educativo che includa anche gli sgarri e i piaceri. I piaceri della vita vanno contestualizzati all’interno della settimana e del mese, anche in relazione al livello del percorso a cui ci troviamo e alle caratteristiche personali di ciascuna.

Le “rinunce” più evidenti saranno all’inizio per riuscire a cambiare le abitudini, ma una volta che il modello di educazione corretto è stato impartito, la paziente è in grado di comportarsi consapevolmente in maniera serena, senza “auto violentarsi” con tagli drastici di cibo.

Fame nervosa e voglie irresistibili di dolci: quanto influiscono gli sbalzi ormonali e come si possono gestire senza farmaci?

La fame nervosa, così come dice il nome stesso, non è una fame chimica e fisiologica, ma è “voglia di un determinato cibo”, che può essere salato o dolce a seconda delle preferenze personali del soggetto. Una cosa che caratterizza spesso la fame nervosa è la voglia di tuffarsi nel junk food, ovvero nei cibi molto palatabili e gustosi a causa dell’elevata percentuale di zuccheri, grassi saturi e idrogenati, ottenuti da processi di trasformazione.

È una caratteristica psicologica che, se rientra in determinati stadi, può essere risolta da noi nutrizionisti adottando delle tecniche particolari; invece, se è ad un livello avanzato, è necessario rivolgersi ad uno psicoterapeuta.

Quindi il primo step consiste nel rivolgersi ad un nutrizionista per comprendere quale tipo di supporto e intervento sia necessario.

Innanzitutto, bisogna capire la propensione di un determinato paziente verso determinati alimenti, visto che di solito uno o più prevalgono sugli altri: lo dobbiamo contestualizzare nella giornata, per comprendere lo stato emotivo a cui è associato e che vuoto ne colma l’assunzione.

Da questi dati è possibile trovare una serie di escamotage che consentono di sostituire gradualmente questo comportamento compensativo – visto che va proprio a compensare un vuoto – con un comportamento salutare.

Spesso, in menopausa tutto parte dal calo di estrogeni, che determina un aumento dell’esposizione a momenti di stress, in questo caso dovuto al fatto di vedere il proprio corpo che cambia e la giovinezza che si allontana.

Il suo approccio integra alimentazione, movimento, sonno e gestione dello stress. Quale di questi quattro pilastri fa davvero la differenza?

Tra i quattro pilastri del metodo Menostop non ce n’è davvero uno che domina sugli altri, perché come dico sempre, sono interdipendenti e si condizionano l’un l’altro.

Per questo, infatti, mi piace rappresentarli come i vertici di una figura quadrata: la scelta di un quadrato e non di un rettangolo per rappresentare questa idea è dovuta proprio al fatto che nessuna ha un’importanza maggiore o minore, ma sono sullo stesso livello.

È fondamentale quindi gestire al meglio la nutrizione, perché aiuta a migliorare la composizione corporea, la situazione infiammatoria, ci aiuta ad acquisire autostima e a sentirci più energici.

Questo, sicuramente ha un impatto anche sugli aspetti psicologici: inizierò a sentirmi meglio io con me stessa ma anche nelle situazioni sociali, mi sento più leggera, più positiva e più propensa a fare attività fisica.

Molte volte noto che una persona che inizia a fare attività fisica o a seguire una dieta, è più stimolata seguire reciprocamente poi un piano di allenamento o alimentare.

Chiaramente, il tutto va a migliorare la gestione del sonno perché ho effettuato un’ottimizzazione dei bioritmi: vado a letto la sera stanca e quindi avrò un sonno maggiormente ristoratore.

Vampate di calore, insonnia, sbalzi d’umore: come il dimagrimento può migliorare anche questi sintomi tipici della menopausa?

I sintomi specifici della menopausa, come ho già specificato in più dei miei articoli, sono determinati dal calo di estrogeni, che va a determinare una serie di conseguenze a livello dell’umore, a livello termoregolatorio e psicologico. L’insonnia è dovuta proprio a una condizione di stress che va aumentando.

Il dimagrimento è la gestione migliore dal punto di vista nutrizionale e ci consente di modulare parzialmente il calo di estrogeni, orientando l’alimentazione sicuramente verso i cibi maggiormente ricchi di estrogeni naturali, riducendo anche la sintomatologia.

Una donna di 55 anni che ha provato ogni dieta esistente dovrebbe davvero credere che il suo metodo sia diverso? Cosa la convincerebbe?

Il Metodo Menostop si fonda su basi e dati scientifici. Tutto parte con la valutazione, proseguendo con la progettazione, la sperimentazione o esecuzione e si conclude con la raccolta dei feedback di rientro, che permettono di apprendere e monitorare l’andamento per gestire poi i futuri cambiamenti.

Proprio il fatto che si tratta di un approccio personalizzato è importante e costituisce un aspetto differenziante: ognuno di noi ha le sue caratteristiche e sui libri non si può trovare la risposta che cerchiamo.

Dobbiamo tenere in considerazione che tantissimi aspetti entrano in gioco e sono tutti fortemente personali: per esempio, una persona può avere un aspetto emotivo particolare in un determinato periodo dell’anno, che in una certa situazione va a scatenare una serie di risposte biologiche e fisiologiche, che condizionano la capacità digestiva di assimilare il cibo. Per forza di cose una dieta può essere meno efficace in tale frangente e si dovrà utilizzare schemi diversi.

Questo è un semplice esempio per farvi capire l’importanza di analizzare sempre la situazione personale e contingente.

Inoltre, con il metodo Menostop approcciamo in maniera indipendente, ma sinergica, tenendo in considerazione il livello motorio, la gestione nutrizionale, dello stress e del sonno. Tutto questo è possibile tramite la misurazione iniziale e finale per valutare l’intervento e i risultati effettivi.

L’obiettivo è quello di essere il più possibile oggettivi, non affidare nulla al caso e tradurre tutto in numeri e concretezza.

Quello che farà la differenza in questo approccio scientifico, è l’empatia e la creazione di un’alleanza con la paziente che permetta, da un lato, di creare un percorso vincente, e dall’altro di costruire un modello educativo che ci consenta di mantenere il risultato nel lungo periodo.

Guardando al futuro: cosa prevede per l’evoluzione del wellness femminile dopo i 50 anni? Ci sono nuove scoperte scientifiche all’orizzonte?

Guardando al futuro prevedo che, sicuramente, nella logica del metodo scientificamente appena descritto, ci verrà in aiuto anche l’intelligenza artificiale.

Faccio un piccolo spoiler: quello che vorrei fare è gestire tutti i dati in entrata – frutto di delle anamnesi che facciamo con i pazienti – processandoli e riuscire, tramite l’elaborazione di un professionista, a costruire un protocollo sempre più ad hoc, che riesca in maniera costante a rilevare i feedback giornalieri da parte dei pazienti.

In questo modo sarebbe possibile riadattare continuamente l’approccio, sia in termini di attività motoria che in termini di nutrizione.

Sicuramente, la prospettiva futura nell’ambito del wellness è quella di riuscire ad integrare al meglio questi strumenti con l’AI per potenziare gli strumenti di analisi, di rilevazione costante e offrire ai nostri pazienti un supporto di qualità sempre maggiore.

dottor Marco Toninelli biologo nutrizionista ed il suo libro
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Marco Toninelli

Biologo Nutrizionista • Chinesiologo • Founder MenoStop
Il Dott. Marco Toninelli è Biologo Nutrizionista laureato in Scienze della Nutrizione Umana con Master Universitario di 2° livello e Chinesiologo specializzato in Scienze Motorie. Fondatore di OneLife Health Brescia e del progetto MenoStop, dedica la sua attività professionale all'educazione terapeutica e alla rieducazione motoria, con particolare focus su soggetti affetti da disfunzioni muscolari, posturali e cardiovascolari.
Il suo approccio si basa sull'osservazione attenta della risposta individuale e sulla personalizzazione dell'intervento nutrizionale e motorio. Guidato dalla convinzione che "se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico, avremmo trovato la strada della salute" (Ippocrate), il Dott. Toninelli accompagna i suoi pazienti verso il raggiungimento dei loro obiettivi di benessere attraverso un supporto scientifico e razionale.